Lumix G1 e obiettivi OM
Con il lancio del
formato micro 4:3 Olympus e Panasonic hanno seguito una strada diversa da quella del 2003/2004, per quanto riguarda l'uso delle vecchie e gloriose ottiche Zuiko e delle più recenti Zuiko digital; allora Olympus cercò di scoraggiare l'uso di adattatori accampando il fatto che il nuovo sistema era stato progettato specificamente per il digitale e che era meglio usare le ottiche Zuiko digital. Solo con molto ritardo
l'adattatore MF-1 fu inserito ufficialmente nel listino Olympus.
Ora invece per il lancio (agosto 2008) del micro 4:3, insieme alla
prima fotocamera EVIL la
Panasonic Lumix G1 è stato presentato un adattatore Panasonic da micro 4:3 a 4:3 che accoppiato ai tanti adattatori per 4:3 nati nel frattempo permette di montare sulla G1 un'amplissima gamma di ottiche; nel giugno 2009 con il lancio della Olympus Pen E-P1 sono stati presentati anche due adattatori marchiati Olympus, uno da micro 4:3 a 4:3 analogo a quello Panasonic, e uno diretto da micro 4:3 a OM.
Unico neo di questi adattatori il prezzo folle: circa 200 dollari, in Europa si trova intorno ai 150 euro, come un obiettivo di prima fascia, per quello che in definitiva è un anello di metallo, lavorazione di precisione certo, metallo di qualità certo, ma anche un obiettivo ha un innesto lavorato allo stesso modo! È sperabile e forse anche prevedibile che come era già successo per gli adattatori per 4:3 i prezzi scendano a livelli più ragionevoli nei prossimi mesi ed anni. Io ho provato ad ordinare su e-bay un adattatore non originale cinese, senza contatti elettrici al prezzo di circa 50 euro. La cattiva notizia è che dopo due settimane di uso questo adattatore comincia già a sciacquare, si avverte cioè un lieve gioco sia dalla parte del corpo macchina (dichiarata d'alluminio), sia dalla parte dell'obiettivo (dichiarata di bronzo): l'alluminio è certo un metallo tenero, il bronzo no, sta di fatto che questo adattatore non è preciso e insomma alla fine è meglio sborsare i 150 euro e procurarsi l'originale Olympus o Panasonic.
La buona notizia è che con la Lumix G1 questi vecchi obiettivi non autofocus sembrano rendere meglio che con le reflex Olympus E-300/330. Non ci sono problemi di vignettatura e mirino oscurato con i diaframmi più stretti, come con le Olympus. La messa a fuoco manuale è efficace, e se non c'è fretta vale la pena di provare la messa a fuoco di precisione resa possibile dal mirino elettronico. La maggiore risoluzione del sensore della G1 (12 Mpx, 4000x3000) rispetto a quelli delle E-300/330 permette di sfruttare meglio la risoluzione di queste ottiche.
L'esposizione automatica è possibile in modo A e P; in effetti si tratta comunque
un'esposizione a priorità di diaframma con selezione manuale del diaframma. Ovviamente per foto di oggetti in movimento (eventi sportivi, uccelli ...) l'uso di queste ottiche non è proprio l'ideale ed è meglio procurarsi gli obiettivi autofocus per ora solo Panasonic e Olympus.
Un fatto curioso è che chiudendo il diaframma l'immagine nel mirino non scurisce, ma resta sempre allo stesso livello di luminosità; il mirino elettronico infatti compensa la minor quantità di luce che gli arriva dall'esterno regolando la luminosità sempre sullo stesso livello. Solo se si è molto veloci nel cambiare diaframma si avverte un breve cambio di luminosità, subito compensato.
Cosa ovviamente impossibile con un mirino reflex; analogamente quando si inquadra una scena poco luminosa il mirino aggiusta la luminosità sempre allo stesso livello ed è davvero sorprendente vedere nel mirino un'immagine più luminosa del reale. Naturalmente questo gioco ha un prezzo e non può continuare all'infinito, se la scena è molto scura (o il diaframma molto chiuso) l'immagine comincia a mostrare una grana sempre più evidente, che può diventare fastidiosa; ho notato che la grana è più visibile nel mirino elettronico che nel monitor LCD.
I risultati mi sembrano più che buoni.
N.B. Quando si monta un obiettivo non micro 4:3 tramite adattatore occorre attivare l'opzione "scatto no obiett." (usare la fotocamera anche senza obiettivo) altrimenti nel mirino vedremo solo un messaggio d'errore che ci comunica l'assenza di un obiettivo.
Naturalmente come per il 4:3 (la dimensione del sensore è la stessa) anche qui il gioco vale la candela soprattutto per i
teleobiettivi. P.es. lo Zuiko 200 mm 4 che nel formato 35 mm copriva un angolo di 12,3º, nel formato 4:3 viene coperto un angolo di soli 6,2º tipico di un supertele. Sembra di aver fatto il miracolo: un tele normale che diventa un supertele! E si dice che così un 200 mm equivale a un 400 mm del formato 35 mm, cosa in verità scorretta; la lunghezza focale è sempre quella, 200 mm, solo il fotogramma è più piccolo, in pratica è come fare una foto con il 200 mm su formato 24x36 mm e poi ritagliarvi un rettangolo formato 4:3 e cioè 13,5x18 mm (lo stesso trucco usato per il cosiddetto zoom digitale). I miracoli in geometria non esistono!
Il lato positivo è che siccome gli obiettivi danno il meglio nella zona centrale del fotogramma, usando i vecchi OM sulla Lumix G1, si sfrutta la parte migliore del vecchio fotogramma 24x36.
Come per il 4:3 non ha invece molto senso usare vecchie ottiche
grandangolari: queste ultime diventano ottiche normali e non in grado di competere con le ottiche digitali tra 15 e 45 mm che sono poi quelle fornite di serie con le fotocamere.
Può invece avere senso usare le vecchie ottiche normali del 35 mm, i classici 50 mm, per la loro notevole luminosità;p.es. il vecchio Zuiko 50 mm 1,8 diventa un interessante medio-tele ad alta luminosità. Ottiche digitali con quella luminosità hanno prezzi molto elevati.
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