Sin dal 2004 avevo espresso il sogno di vedere una fotocamera a obiettivi intercambiabili che sostituisse il marchingegno reflex con un mirino elettronico. Un sogno che è diventato realtà nell'agosto 2008 quando fu annunciato il nuovo formato micro 4:3 e fu presentata la prima fotocamera EVIL la Lumix G1.
Sulle prime la Lumix G1 mi parve ancora un compromesso, un po' troppo simile ad una reflex ed un po' troppo ingombrante e rimasi in attesa dell'annunciata fotocamera EVIL di Olympus; ma quando nel giugno 2009 furono confermati i rumors di una E-P1 di Olympus molto compatta ma priva del mirino elettronico e del monitor LCD basculabile, tanto bastò per decidermi ad acquistare la Lumix G1, ancora senza molta convinzione, più che altro per provare questa novità che avevo sognato, magari solo come alternativa compatta alle mie DSLR Olympus.
Ma appena avuta la G1 tra le mani, tutto è cambiato; mai una fotocamera mi aveva fatto un'impressione di primo impatto così positiva e superiore alle aspettative; forse l'unico termine di paragone è la Olympus OM 1 acquistata nel lontano 1979. E le vecchie reflex Olympus 4:3 finirono immediatamente nel cassetto e là sono rimaste.
La realizzazione è molto accurata, l'ingombro è di poco superiore a quello della mia vecchia Camedia C3020. Il peso totale, comprensivo dell'ottica, è di 600 g a fronte dei 1000 g della E-330. La borsa foto è ora tanto leggera da farmi a volte dubitare di aver dimenticato qualcosa. La E-330 accanto alla Lumix appare decisamente pachidermica, e altrettanto pachidermiche appaiono le tante Canon e Nikon che vedo appese al collo di fotografi e turisti. Esistono anche modelli di reflex meno ingombranti di queste ultime, ma la Lumix G1 resta comunque la più compatta. Ma per un confronto più esteso rimando alla pagina Mirino elettronico vs mirino reflex.
Il mirino elettronico ha un'ampiezza, brillantezza e nitidezza eccezionale (1440000 px, in effetti 460000 a rotazione sui tre colori), tale da far fare una miserevole figura ai mirini reflex delle E-300 ed E-330; confronto certo ingeneroso visto che il mirino è uno dei punti deboli di queste fotocamere. Il monitor LCD basculabile dà anch'esso immagini brillanti e nitide (460000 px, molti di più di Olympus E-620, Canon 450D e Nikon D5000; solo Canon 500D e Nikon D-90 arrivano a 920000).
Semplicemente favoloso il sistema di messa a fuoco di precisione in modo manuale, impossibile con un mirino reflex; appena si tocca la ghiera della messa a fuoco dello zoom 14-45 o del 45-200 parte lo zoom 10x ed è possibile mettere a fuoco con grande precisione i più piccoli dettagli dell'immagine; un sistema che è molto utile soprattutto quando si usano teleobiettivi e vecchi obiettivi non auto-focus. Un grosso progresso rispetto al primo live-view della Olympus E-330 che era utilizzabile con difficoltà solo per riprese su cavalletto. Va detto che la messa a fuoco manuale con zoom è facile da usare fino a focali sui 150 mm, per focali più lunghe l'immagine diventa sempre più ballonzolante e bisogna farci la mano ...
Ma la perfezione non è di questa terra e la Lumix G1 ha anche alcuni difetti, per lo più abbondantemente citati nelle recensioni di questa fotocamera, a partire da quella di DPreview; ecco un elenco in un mio personale ordine di importanza:
La scarsità di obiettivi in formato Micro 4:3, problema inevitabile per un sistema nuovo e che si spera temporaneo; a parziale rimedio il ridotto tiraggio di questo formato rende possibile la realizzazione di adattatori per praticamente qualsiasi innesto da quello delle gloriose Leica a telemetro a tutti quelli delle reflex 35 mm. Soluzione non perfetta perché gli obiettivi più vecchi e gloriosi non sono autofocus, problema solo in parte compensato dal suddetto e ottimo sistema di messa a fuoco manuale. Un problema è anche quello degli adattatori: gli originali Olympus e Panasonic hanno prezzi "da rapina"; da 150 a 200 euro per quello che in definitiva non è altro che un tubo di metallo, metallo di qualità, lavorazione di alta precisione, ma comunque un tubo di metallo. Gli adattarori compatibili cinesi sono più economici ma non sempre raccomandabili avendo la tendenza a sciacquare.
I prezzi di fotocamere e ottiche micro 4:3 sono ancora piuttosto esorbitanti a confronto delle DSLR di livello equivalente; questo è forse inevitabile per un sistema nuovo, ma alla lunga un sistema puramente elettronico dovrebbe costare meno di uno con parti ottico-meccaniche di precisione; i prezzi dell'elettronica sono in continua caduta, non così quelli della meccanica. Di certo i prezzi elevati sono un serio ostacolo all'affermazione di queste fotocamere; ci vorrebbe qui l'equivalente dell'Asus eee nel mondo dei PC portatili, che ha avuto un immediato successo avendo abbinato la compattezza a un ottimo prezzo. Panasonic e Olympus hanno battuto una strada diversa, e non sembrano per ora intenzionate a ravvedersi ...
In condizioni di scarsa luminosità, il mirino elettronico fornisce un'immagine più luminosa del reale, un fatto che ha del sorprendente, impossibile con il mirino reflex, ma la cosa ha un prezzo: la risoluzione scade sempre più soprattutto per oggetti in movimento, e l'immagine diventa sempre più granulosa. Si riesce ancora a mettere a fuoco e a fotografare con buoni risultati, ma indubbiamente questo resta un punto debole del mirino elettronico (anche questo probabilmente temporaneo). L'immagine sul monitor LCD in queste condizioni è migliore di quella nel mirino.
Il consumo elettrico è ovviamente superiore a quello delle reflex; il mirino elettronico consuma energia elettrica, quello reflex no; i progettisti Panasonic le hanno comunque studiate tutte per risparmiare energia, c'è anche un sensore vicino all'oculare che attiva il mirino elettronico solo quando si avvicina l'occhio all'oculare e lo spegne appena l'occhio si allontana; alla fine il consumo resta in limiti accettabili, non molto superiori a quelli di una DSLR (secondo lo standard CIPA (*) 330-350 scatti per ogni carica a fronte dei circa 500 scatti possibili con una DSLR); visto che quasi tutte le informazioni sono già nel mirino elettronico io ho preso l'abitudine di usare la fotocamera con il monitor LCD chiuso, usando quest'ultimo solo per modificare le impostazioni o per rivedere le foto di giornata (si può fare anche direttamente nel mirino, ma sul monitor ovviamente c'è maggior dettaglio). Inevitabile comunque, ma lo è anche per le DSLR, tenere sempre pronta in borsa foto una batteria di ricambio.
Come difetto del mirino elettronico viene spesso citato l'autofocus che sarebbe lento e poco affidabile; questo è certo vero per altri modelli e per i monitor Live-View delle reflex; viceversa l'autofocus della G1, brevetto Panasonic, è secondo il test DPreview il miglior autofocus contrast detect mai realizzato, e le sue prestazioni sono equivalenti a quelle degli autofocus phase detect usati sulle reflex. Anche il tracking AF funziona bene: per dare un termine di paragone veneziano: non ha difficoltà a seguire persone che si muovono o motoscafi o gondole o uccelli in moto nei canali; è invece molto più difficile catturare uccelli in volo. In definitiva più un preconcetto che un difetto.
Non c'è un sistema di telecomando a infrarossi come quello delle Olympus, solo un telecomando opzionale a cavo. Si trovano comunque telecomandi a infrarossi da inserire nel jack del telecomando Panasonic.
Il sistema di stabilizzazione dell'immagine (O.I.S.) è sull'obiettivo e non sul sensore, com'è invece per la Olympus Pen E-P1. La scelta di Olympus è sicuramente preferibile anche per il riutilizzo delle vecchie ottiche tramite adattatore.
Si tratta peraltro di difetti superabili, i primi sono tipici del sistema EVIL, gli ultimi due solo della G1, e alla fine la mia, ovviamente discutibilissima, sensazione è che il formato micro 4:3 (o meglio il sistema EVIL) è il vero formato del futuro, il 4:3 è stato solo una tappa intermedia. I fatto che in Giappone e in Inghilterra il micro 4/3 si sia già conquistato più del 10% del mercato delle fotocamere a ottica intercambiabile sembra una conferma. Ma è verosimile che ci vorranno ancora diversi anni prima che le reflex vadano in pensione o anche solo "in nicchia".
Lo standard CIPA serve principalmente per poter confrontare in modo oggettivo le varie fotocamere; ovvio poi che il consumo reale sia minore a seconda di quanto si usa il flash, quanto tempo si passa a inquadrare o a rimirare le foto sul monitor LCD o nel mirino ecc.ecc. Io ho stimato la mia media in 200-250 scatti.
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