100 anni di fotografia
Mirino elettronico vs mirino reflex
Mirino elettronico vs monitor LCD
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mirino elettronico
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mirino reflex
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WYSIWIG
Figure
Il mirino reflex
Il mirino elettronico (EV)
L'arrivo nel 2008 delle
fotocamere EVIL
ha inevitabilmente dato luogo a un dibattito tra fotografi: il mirino elettronico è destinato o no a prendere il sopravvento sul mirino reflex?
Prima di tutto diamo una lista sommaria dei pro e contro del mirino elettronico in confronto al tradizionale mirino reflex, pro e contro inevitabilmente legati allo stato presente della tecnologia fotografica (2009).
Il mirino elettronico consente la realizzazione di fotocamere dal
tiraggio
molto più breve di quello delle reflex (circa la metà) e quindi più
compatte
; questo è stato finora il vantaggio più pubblicizzato ma non è certo l'unico.
Il tiraggio ridotto rende più semplice realizzare
obiettivi grandangolari
e farli più compatti.
Nel mirino elettronico non ci sono
le vibrazioni e i ritardi
dovuti al sollevamento dello specchio un attimo prima dello scatto; nelle reflex moderne vibrazioni e ritardi sono stati ridotti a livelli minimi, ma comunque ci sono.
Il mirino elettronico dà di norma
una copertura del 100%
dell'immagine (così la Lumix G1), mentre la maggior parte delle reflex è sul 95% (p.es. Canon 500D e Nikon D5000); la Nikon D300 arriva al 100% ma si tratta di una semiprofessionale dal prezzo ben superiore ai mille euro.
Il mirino elettronico permette la
messa a fuoco manuale di precisione
su una piccola zona.
Il mirino elettronico permette di
vedere in anteprima
sovra e sottoesposizione
, la profondità di campo nel mirino (che è quindi quasi
WYSIWIG
).
Il mirino elettronico fornisce un'
immagine sempre pulita
, mentre il mirino reflex è alla lunga soggetto a pulviscolo e pelucchi sullo specchio e sul vetrino di messa a fuoco, soprattutto se si cambiano frequentemente le ottiche.
Il mirino elettronico permette
correzioni software
dell'immagine fornita dall'obiettivo; si possono correggere le deformazioni a barilotto o a cuscinetto in modo trasparente al fotografo; in futuro sarà forse possibile correggere anche le linee cadenti nelle foto di edifici al momento dello scatto.
In una fotocamera EVIL (per ora solo la GH1 è realmente EVIL e video; la GF1 ha il mirino come accessorio) è molto più semplice realizzare
video
oltre che foto; non è necessario sollevare lo specchio (che non c'è) all'inizio oscurando il mirino. Durante la ripresa si può usare il monitor LCD o il mirino.
In
condizioni di bassa luminosità
il mirino elettronico mantiene una luminosità addirittura superiore al reale, ma diventa
molto granuloso
; nel mirino reflex la grana è sempre quella del vetrino di messa a fuoco e non aumenta, ma diventa ovviamente sempre più scuro alle bassi luci.
Il mirino elettronico, allo stato dell'arte, non consente l'
autofocus
a
rilevamento di fase
usato dalle reflex di qualità, di norma più veloce di quello a rilevamento di contrasto; quest'ultimo è usato dalle fotocamere compatte, dalle reflex con monitor live-view e ora appunto dalle fotocamere EVIL. Ma nel mondo dell'elettronica il progresso non si ferma neanche di notte e così l'autofocus a rilevamento di contrasto della
Lumix G1
(brevetto Panasonic) ha un'ottima velocità operativa equivalente a quello della maggior parte delle reflex di analogo livello qualitativo (si veda
il test DPreview
) con numerose opzioni di messa a fuoco automatica e con un ottimo tracking AF. Il problema è invece presente nella Olympus EP-1 che ha un autofocus più lento, non avendo potuto beneficiare dei brevetti Panasonic.
Il mirino elettronico
consuma energia (batterie)
; il mirino reflex essendo puramente ottico ha consumo zero. Complessivamente comunque il consumo di una EVIL non è poi molto superiore a quello di una reflex digitale; p.es. la Lumix G1 permette circa 300-350 scatti per ogni carica, una reflex di fascia equivalente arriva sui 500 scatti. In definitiva la differenza è significativa solo se si devono scattare centinaia di foto al giorno.
Come al solito il bicchiere può apparire mezzo pieno o mezzo vuoto secondo i gusti e i punti di vista: così gli scettici diranno sempre che i vantaggi sono poca cosa a confronto dei problemi che il mirino elettronico comporta (bicchiere mezzo vuoto) e gli entusiasti diranno il contrario. In verità è storia vecchia che di fronte ad ogni innovazione tecnico-scientifica si facciano discorsi del genere, ingigantendo i problemi e minimizzando i vantaggi, spesso basandosi su dati superati; classico il caso dell'autofocus; molti continuano a credere che il mirino elettronico debba avere per forza un autofocus scadente basandosi sulle mediocri prestazioni degli autofocus live-view delle reflex o dei mirini elettronici di qualche anno fa, non avendo ancora sperimentato le eccellenti prestazioni dell'autofocus Panasonic. D'altra parte nella storia della fotografia cose del genere sono avvenute diverse volte, p.es.:
Quando nacquero le prime reflex 35 mm (il formato
cinematografico
), molti fotografi esperti dissero che quel formato così piccolo non era una cosa seria e non avrebbe mai potuto eguagliare la qualità del 6x6 allora usato da fotocamere come Rolleiflex, Zeiss e poi Hasselblad. In seguito il successo del 35 mm è stato tale che oggi molti fotografi lo considerano il formato per eccellenza, al punto che si è diffusa la disgraziata abitudine di convertire le lunghezze focali nelle cosiddette
focali equivalenti
(nel 35 mm) e che si insegue il mito del
full frame
, che sarebbe appunto il 24x36 mm con buona pace del glorioso 6x6.
Quando cominciarono a diffondersi i primi esposimetri integrati dentro la fotocamera, molti fotografi esperti dissero che si trattava di un'assurdità, che l'esposizione automatica non avrebbe mai potuto eguagliare l'arte di trovare l'esposizione usando gli esposimetri esterni e l'esperienza del fotografo. Oggi quasi nessuno usa più esposimetri esterni per fare fotografie.
Quando nacquero i primi autofocus, c'era molto scetticismo su questo automatismo che a molti pareva superfluo e che faticò molto a imporsi (in effetti i primi sistemi autofocus apparirebbero oggi penosamente lenti e inefficienti); oggi una fotocamera senza autofocus sembra quasi inconcepibile.
Quando si cominciò a parlare di fotografia digitale, moltissimi fotografi esperti dissero che la fotografia digitale non avrebbe mai potuto eguagliare la qualità della pellicola e delle fotocamere tradizionali. Oggi il digitale ha largamente superato la pellicola.
Ci sono ovviamente anche casi opposti di innovazioni che non hanno avuto il successo sperato, p.es. il mezzo formato 35 mm lanciato da Olympus negli anni '50-'60 con le fotocamere Pen, o lo specchio reflex fisso semitrasparente lanciato da Canon con la Canon Pellix. Ma è fuori dubbio che le principali innovazioni della fotografia dell'ultimo secolo hanno avuto sempre un'accoglienza fredda, se non proprio ostile, da parte di tanti fotografi
esperti
, in particolar modo in Italia.
Niente di nuovo se è vero che, come diceva Popper, per gli esseri umani i miti sono più importanti della realtà. E nel mondo della fotografia il mito della reflex 35 mm è uno dei più radicati.
Oggi i tanti fotografi EVIL-scettici sembrano dimenticare o sottovalutare alcuni fattori fondamentali:
Il mirino elettronico è di fatto il completamento della rivoluzione digitale della fotografia; le DSLR (reflex digitali) sono fondamentalmente nient'altro che le vecchie reflex analogiche con un sensore CCD al posto della pellicola, un ibrido insomma. Sembra ragionevole che la rivoluzione digitale debba andare avanti e non fermarsi alle DSLR.
L'elettronica fa progressi continui proponendo strumenti di qualità sempre più elevata a prezzi sempre più abbordabili; è quindi verosimile che anche il mirino elettronico abbia ancora un grosso potenziale di miglioramento; i mirini EV di oggi sono già molto migliori di quelli di 4-5 anni fa, è prevedibile che nei prossimi anni il miglioramento continuerà. E se già oggi il mirino EV è in grado di superare il reflex in diversi campi ...
Viceversa meccanica e ottica non sembrano avere più grossi margini di miglioramento.
Il mirino elettronico permette l'ingresso del software anche in questa parte della fotocamera, aprendo nuove possibilità; si è accennato qui sopra alla possibilità di ingrandire un'area dell'immagine per mettere a fuoco con la massima precisione o anche solo per studiare i dettagli del soggetto, o a quella di correggere le deformazioni geometriche dell'immagine; ma prevedibilmente questo è solo l'inizio ...
Ai posteri l'ardua sentenza? Ma no, probabilmente basta aspettare qualche anno ...
Collegamenti esterni
Panasonic Lumix DMC G1 Review
a cura di Phil Askey: un test dettagliato e approfondito sulla Lumix G1.
[in inglese]
La Canon Pellix
: pagina realizzata nell'ambito del sito malese MIR.
Il manuale originale della Canon Pellix
recuperato in rete.