Formato nato specificamente per memorizzare immagini fotografiche; l'immagine viene divisa in quadrati di 8x8 pixel e si sfrutta il fatto che in un'immagine fotografica la maggior parte dei pixel ha un colore molto simile anche se non identico a quello dei pixel adiacenti; in pratica viene memorizzato non il colore, ma la sua variazione rispetto alle cellule adiacenti.
Una caratteristica di questo formato sta nel poter aumentare progressivamente il fattore di compressione, riducendo l'ingombro, ma a costo di un sacrificio della qualità. I programmi di grafica consentono, al momento di salvare l'immagine di scegliere un fattore di qualità compreso tra un massimo e un minimo in genere riportati su una scala tra 1 e 100.
Il difetto di qualità JPEG può essere contenuto in limiti appena percettibili ma con buon risparmio di memoria; il difetto è in genere concentrato sui contorni che appaiono sfrangiati e sporchi in misura inversamente proporzionale al fattore di qualità.
Il fattore di qualità è di solito misurato su una scala da 0 a 100. Un fattore 100 comporta il massimo della qualità ma al costo del massimo ingombro non lontanto da quello di un'immagine bitmap. Un fattore di qualità di 90 dà ancora immagini di qualità molto buona; se pubblicate sul web la perdita di qualità è percettibile solo ingrandendo le immagini. Fattori di qualità inferiori a 80 consentono considerevoli risparmio di memoria ma le immagini sono di qualità sempre più scadente.
La perdita di qualità JPEG è cumulativa: salvando e modificando ripetutamente un'immagine in questo formato si può verificare un sensibile degrado.